Ed ecco il nostro intento: poter comunicare la nostra Scoperta con chi fa parte di una società che vive di carnalità e di quelle emozioni di una psiche, che non è la realtà più profonda dell’essere umano, che è invece lo spirito. In sintesi, basterebbe rientrare dentro di sé, conoscendo ciò che siamo, secondo l’oracolo di Delfi: “Conosci te stesso”, ed entreremmo nel mondo della Mistica, ovvero conosceremmo noi stessi e conosceremmo il Mistero divino.
Il Pellegrino Cherubico fonde mirabilmente la speculazione di origine neoplatonica, filtrata in Germania attraverso la «scuola» di Eckhart, Suso, Taulero, della Teologia tedesca, con la più profonda pietà cristologica del cattolicesimo. Ciò spiega perché l’opera, per un verso, sia stata altamente stimata da pensatori come Hegel o Schopenhauer e, per un altro, abbia nutrito la silenziosa devozione e la contemplazione di tanti spiriti religiosi.
Han Urs von Balthasar (1905-1988) definisce l’opera di Angelus Silesius come «una sorta di vaso di raccolta dell’intera tradizione mistica occidentale».
«Non esiste separazione tra Dio e il tutto, perché Dio è in tutto: egli è più intimo a tutte le cose di quanto esse lo siano a se stesse. Nello stesso modo, non deve esistere separazione tra l’uomo e le cose; l’uomo deve essere niente in se stesso, completamente distaccato da se stesso: così non c’è più separazione tra lui e le cose ed egli è tutte le cose. Perciò, nella misura in cui sei niente in te stesso, sei tutto e non c’è separazione tra te e le cose. Per questo stesso motivo, nella misura in cui non sei separato dalle cose, sei Dio e tutte le cose, dato che la Divinità di Dio sta nel fatto che egli non è separato da cosa alcuna». Meister Eckhart
Cristo le apre un mondo sconfinato, al di là del tempio di questo o di quel dio: è il tempio del Dio cosmico, che non ha religioni. Il culto perderà ogni forma, ogni struttura, ogni dogma. L’unico dogma è quello di un Dio che non ha dogmi. Sì, perché il vero Dio è lo Spirito che non puoi toccare, come l’acqua del pozzo.
Lo Spirito è nel pozzo dell’essere umano. Credenti o non credenti, è tutta questione di “essere”. E l’essere non è né religioso né laico, né clericale né anticlericale. Siamo spirito, per natura. Siamo esseri divini, per natura. La religione adora Dio “fuori” di noi, in un tempio.
«Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». (Gv 4,23)
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