DIPINTI A OLIO SU TELA

Non tutti i dipinti o le sculture sono Arte, ovvero espressioni del Bello divino.
Una prova indiscutibile di vera Arte è la “leggerezza”,
che contraddistingue la mano con cui l’Artista sa cogliere l’essere di ciò che vuole rappresentare.
“Leggerezza”!
Ed è quel senso di Bellezza che si prova contemplando i dipinti di Martina.
                                                                                                                                                                 
DON GIORGIO

L'Annunciazione

Due momenti nell’Uno divino.
Nulla di carnale nell’Annuncio dell’Angelo di Dio.
Come se il Messaggero celeste avesse parlato
nel “fondo dell’anima” della ragazza di Nazaret.
Tutto è diffusa Luce divina.
Il rosso richiama lo Spirito, che si fa grembo fertile in Maria.
Maria seduta in contemplazione,
e Maria in piedi per offrirci il Figlio di Dio.

Olio su tela 40 x 30 cm
2022

 

Il Meravigliato

Nel dipinto di Martina, lo Stupìto si eleva nella sua nobiltà
al di sopra degli altri pastori, solo preoccupati
di portare qualcosa di proprio a Gesù.
La Nascita è il Mistero divino che emana quel fascino che suscita
la Meraviglia, la creatura più bella e divina.
In una società, in cui tutto è dominato
dalla tecnologia fredda e disumana, carnalità che schiavizza i figli di Dio,
dovremmo restituire al presepe il suo fascino,
che non è una coreografia di statuine di gesso o di cartapesta.
Lo Stupìto ci richiama alla essenzialità, che è Stupore divino.

Olio su tela 50 x 50 cm
2022

Il Magnificat

Il volto di Maria, già incinta del Figlio di Dio,
è dolcemente inclinato verso il basso,
avvolto da un velo di umiltà e di obbedienza
al volere del Mistero divino.
Il canto di Maria è la voce solenne dello Spirito
che risuona in ogni angolo della terra.

Olio su tela 25 x 35 cm
2022

 

Incontro di Maria con Elisabetta

Ammirando l’incontro di Maria, incinta di Gesù,
con la cugina Elisabetta,
incinta di Giovanni (il futuro precursore),
si rimane estasiati
davanti ad una scena superbamente mistica,
che non dice nulla di carnale, proprio nulla, 
ma tutto è divinamente spirituale,
nei simboli di due fiori, la rosa e l’iperico.

Olio su tela 50 x 50 cm
2022

La Nascita

In un cerchio di Luce diffusa!
Così l’incarnazione del Figlio di Dio,
nella notte dei tempi
– tutto è buio attorno –
come Bimbo di fuoco divino
si offre già come speranza di Risurrezione.

Olio su tela 40 x 40 cm
2022

Incontro di Gesù con Nicodemo

Quattro brevi scritte in latino fanno da contorno: riprendono le parole chiave di Gesù. Il cuore del dipinto è inscritto nel cerchio a sfondo scuro (è notte), in cui il Divin Maestro indica l’Alto, mentre Nicodemo indica il Testo sacro.
Due gesti tra loro in contrapposizione messi in evidenza nel dipinto.
Al centro una lampada a olio illumina, oltre la mano di Gesù, il volto, la mano di Nicodemo e il Testo sacro. Gesù è in sé la Luce, non ha bisogno
di essere illuminato, ma a prendere luce sono le sue elevate inconsuete parole perché scendano nel fondo dell’anima di Nicodemo. Sì, parole elevate e inconsuete come nuovo grembo, nuova gestazione, nuova nascita, parole tanto elevate e inconsuete da richiedere l’azione dello Spirito che soffia come e dove vuole.

Olio su tela 50 x 50 cm
2022

Gesù e la donna di Samaria

Gesù e la samaritana

 

“Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo”.
                                                  (Gv 4,6)

olio su tela, cm 35 x 45

Gesù e la samaritana

 

“Giunge una donna samaritana ad attingere acqua”.
                                                   (Gv 4,7)

olio su tela, cm 35 x 45

Gesù e la samaritana

 

“Le dice Gesù: Dammi da bere”.
                                              (Gv 4,7)

olio su tela, cm 35 x 45

Gesù e la samaritana

 

Nel profondo del Pozzo, il riflesso di Gesù e della Samaritana.
Nel Pozzo del nostro essere lo spirito si riflette nel Mistero divino.

olio su tela, cm 35 x 45

VIA CRUCIS

I STAZIONE
GESÙ CONDANNATO
Un tribunale che condanna. Una folla anonima. Un cielo tinto di un azzurro irregolare. La maschera del Maligno puntuale all’appuntamento. L’Innocente che, colpito da un fascio di Luce, sfida nella sua Nobiltà. Quasi attonito il Narciso, che simboleggia la Risurrezione.
II STAZIONE
GESÙ E LA CROCE
Una trave che grava sulle spalle dell’Innocente, sempre in un fascio di Luce divina. La folla è sparita. Lui è solo. Ma la Maschera non lo abbandona. Il cielo è sempre irregolarmente azzurro. Ancora attonito il Narciso. La Risurrezione sembra ancora lontana.
III STAZIONE
GESÙ CADE A TERRA
Il legno pesa troppo. Gesù, cadendo, appoggia le mani sulla trave, accarezzandola. Non può farne a meno: farebbe a meno delle nostre croci. La Maschera è infastidita dalla serenità di quel Condannato. Il Narciso non perde occasione per essere presente. 
IV STAZIONE
GESÙ E LA MADRE
L’Incontro! Tra il Figlio di Dio e la Madre che lo ha generato nel grembo verginale, per opera dello Spirito. In realtà, l’Incontro è nel Grembo trinitario, dove la Luce si fa spazio in un intenso azzurro che fa da cornice protettiva. I Narcisi timidamente contemplano.
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V STAZIONE
GESÙ E IL CIRENEO
Il cireneo, l’Amico di strada. L’uomo della Provvidenza. Prende la trave pesante dalle spalle di Gesù. La guarda. Come se ora fosse sua. Il cielo si fa ancor più cupo, ma Gesù con le mani allargate guarda quell’uomo, come per abbracciarlo. Il Narciso osserva, e partecipa. 
VI STAZIONE
GESÙ E LA VERONICA
Una donna, Veronica, asciuga il volto sporco di sangue di quel Giusto condannato, che le fa dono della sua immagine. Ma Gesù sembra dirle: “È dentro di te l’Immagine divina”. Anche il Narciso gode di essere la Bellezza del Bene Sommo.
VII STAZIONE
GESÙ CADE ANCORA
Gesù cade ancora, accarezzando la terra con la mano. La Maschera sembra compiacersene, e nello stesso tempo è sorpresa. Il cielo si schiarisce, per dare più forza all’Innocente caduto. Pure il Narciso vorrebbe venire in soccorso del suo Creatore. 
VIII STAZIONE
GESÙ E LE PIE DONNE
Gesù non vuole essere compianto da quelle pie donne. Almeno fosse una autentica com-passione! E Gesù le rimprovera: “Piangete sui vostri figli e sui figli di una società che è come legno secco, destinato ad essere bruciato”. Anche il Narciso sembra approvare.
 
IX STAZIONE
GESÙ DI NUOVO A TERRA
Gesù stramazza al suolo. La trave si è caricata di ogni male. Il cielo si fa ancor più cupo, per dare più luce al fascio proveniente dal Cielo. La Maschera stavolta si gode lo Spettacolo. Ma il Narciso sembra urlare tutto ciò che ha dentro, come anticipo di Risurrezione. 
X STAZIONE
GESÙ SPOGLIATO
Gli strappano le vesti, procurandogli forti dolori, attaccate alla pelle per il sangue a causa della flagellazione. Quasi barcolla. Ma il fascio di Luce lo sorregge. La Maschera pensa: “Oramai è finito!”. Il Narciso quasi si copre il viso.
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XI STAZIONE
GESÙ IN CROCE
Lo inchiodano sulla trave. Il Cielo sembra avvolgerlo, come in un abbraccio. La Luce gli richiama il Volere del Padre. E Cristo sembra sfidare la Maschera, che con una smorfia vorrebbe inchiodare l’altra mano, ancora tesa a provocarlo. Il Narciso attende la Sorpresa. 
XII STAZIONE
GESÙ MUORE
È il Figlio di Dio messo in croce, in un alone di Luce divina che, come un Grembo, sta partorendo il suo Spirito vitale. Sotto la Croce a riceverlo è ogni madre e ogni figlio, e anche le Donne silenziose. I Narcisi si aprono alla luce della Croce. 
XIII STAZIONE
GESÙ DEPOSTO DALLA CROCE
Non è la pietà di una madre che abbraccia il figlio morto. È la Madre partoriente di altri figli, per opera dello Spirito, che il Crocifisso morendo ha donato all’umanità. In un alone di Luce, presagio di Risurrezione. Pure i Narcisi anticipano l’Alba del nuovo Giorno. 
XIV STAZIONE
GESÙ NEL SEPOLCRO
La tomba: una grotta di Luce. Il corpo di Gesù come in una culla: un grembo in attesa di partorire il Risorto. Nicodemo, colpito dalla Luce, ne sostiene il capo, e Giuseppe di Arimatea vuole abbracciarlo. I Narcisi in coro pronti a cantare l’Alleluia pasquale!
 
 
 
 
 
 

olio su tela cm 25 x 35
2022

 

dal "patir Dio" al "viver Dio"

I dipinti sono un unicum con i commenti di don Giorgio De Capitani, senza il quale non sarei riuscita a realizzare niente di tutto questo. Devo a lui, alla sua eterna gratuità, al suo spirito battagliero e purissimo, tutto. Sarei grata e felice se leggendo e ammirando i dipinti possiate scorgere anche solo un soffio della Bellezza eterna dello spirito che ci accompagna sempre ed è qui, ora, sempre e per sempre.
Vivere è Vivere l’Eterno presente.

                                            MARTINA

“QUANDO IL SACRO SI FA ARTE NOBILE”

dal Vangelo secondo Giovanni

Per eventuali informazioni e richieste risponderò alle vostre email
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martinavigano1@gmail.com